Pedalando tra Carnia e Val Canale

Consiglio dell'autore
Tipo di strada
Consigli e raccomandazioni aggiuntive
Gemona del Friuli
Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.
Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.
Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della “Historia Langobardorum” tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.
Fornace di Ospedaletto
La Fornace Copetti ai piedi del monte Cjamparis era una fornace di calce costruita all’inizio degli anni ’50 grazie allo sviluppo dell’attività edilizia del dopoguerra e rimase in funzione fino alla metà degli anni ’60.
Ospedaletto
La frazione di Ospedaletto è la parte più a nord di Gemona e l’ultima a chiusura del confine comunale prima di Venzone. Qui sono affiorati tratti della via Julia Augusta e altri tracciati romani inferiori, il duecentesco Ospitale di Santa Maria dei Colli (poi di Santo Spirito) e la trecentesca chiesetta di Ognissanti, dove il terremoto ha messo in luce i due strati di affreschi, risalenti tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento. Tra il 1106 e il 1203 venne costruita la rosta per la presa della Roggia a nord dell'odierno abitato di Ospedaletto. La costruzione di questa rosta costrinse il fiume Tagliamento a deviare il suo corso verso il monte Brancot, dando così origine all’attuale campagna di Gemona (le attuali dighe risalgono al periodo 1831-50). A Ospedaletto c’è il Mulino Cocconi, sede dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese che ospita un centro didattico-ambientale articolato in tre sezioni: il laboratorio didattico, il centro di documentazione sulle acque del Gemonese e il Museo dell’arte molitoria. Ad Ospedaletto sorge infine il cinquecentesco Palazzo Brollo.
Laghetto Minisini
Poco oltre il confine tra Gemona e Venzone alle spalle di Ospedaletto, incastonato in un armonioso paesaggio di boschi alternati a curate radure prative, il laghetto Minisini rappresenta uno degli ultimi esempi di lago periglaciale in Friuli ed è il maggior bacino naturale delle Prealpi Giulie. Nel lago prevalgono il cariceto e il canneto e sopravvive ancora oggi la vegetazione originaria costituita da ninfee, che fioriscono tra giugno e luglio. Il laghetto è inserito, per le sue caratteristiche ambientali, insieme all’area dei Rivoli Bianchi, in un “Sito di Importanza Comunitaria” (SIC) e nella “Rete Natura 2000”.
Venzone
La tranquilla cittadella di Venzone, protetta da alte mura di cinta, racchiude al suo interno vari capolavori di arte e architettura: la Piazza del Municipio su cui si affaccia Palazzo Radiussi con l’elegante fontana centrale, il gotico Palazzo Comunale, numerosi palazzi nobiliari e il risorto duomo romanico-gotico di Sant’Andrea al cui fianco sorge la cappella di San Michele che custodisce le famose mummie. Si dice che la particolare natura di queste ultime impressionò anche Napoleone, a tal punto che chiese di persona che una fosse portata a Parigi per essere analizzata e studiata. Il centro è noto per essere uno dei più straordinari esempi di restauro in campo architettonico e artistico in risposta ai terremoti del 1976, e, anche grazie a questa efficiente ricostruzione, nel 2017 la città è stata eletta Borgo dei Borghi. Altri blasoni di cui Venzone può fregiarsi sono la nomina a Villaggio ideale d’Italia nel 1991 e, prima del sisma, quella a monumento nazionale nel 1965. Allo scopo di ricordare il catastrofico evento, Palazzo Orgnani ospita il cento di documentazione permanente “Tiere Motus”. Infine si segnala, al di fuori delle mura, la chiesetta dei SS. Giacomo e Anna risalente al XII-XIII secolo.
Moggio Udinese
Moggio Udinese è un piccolo paesino della val Canale alla confluenza del Canal del Ferro con la val d’Aupa. Si divide nei due nuclei di Moggio di Sotto e Moggio di Sopra; quest’ultimo ospita il complesso storico abbaziale. L’abbazia benedettina di San Gallo fu eretta nel 1085 dal patriarca Federico di Moravia sui sedimi romani e consacrata dal patriarca Ulrico di Eppenstein nel 1119. Nel complesso si trovano, oltre all’abbazia, il chiostro, il monastero delle Suore Clarisse e Sacramentine, la torre medioevale delle prigioni e la biblioteca. Poco fuori le mura si trova la “Berlina” (o gogna) in pietra del 1653, una delle ultime quattro rimaste in Friuli. Ogni anno in inverno le vetrine dei negozi e la torre vengono abbellite dai maestri del presepe che vi espongono le loro opere. Il comune conta una decina di frazioni, alcune ormai disabitate. A Moggio il tratto di pista ciclabile è stato realizzato riqualificando il vecchio tracciato ferroviario in disuso.
Amaro
Amaro è il primo comune della Carnia e si trova sulle pendici del monte Amariana. Le prime testimonianze storiche risalgono all’età del bronzo, come dimostrano i reperti ritrovati nella zona. Il popolo dei Carni qui aveva un insediamento e nel 33 a.C. furono sottomessi dai Romani. Dei reperti ritrovati nel 1886 in località Braida attestano che esisteva una borgata fin dal I sec. d.C. con la funzione di custodire ponti e barche. Poco lontano dove vennero ritrovati oggetti in bronzo e ferro, ceramiche e monete dell’epoca di Vespasiano, Tito e Domiziano. Nel 1077 la zona divenne feudo del Patriarcato di Aquileia. Il primo documento che cita il paese è del 1270. Nel 1430 la repubblica di Venezia subentrò al potere patriarcale; in quest’epoca Amaro faceva parte del quartiere di Tolmezzo. Fino al 1777 la pieve fece parte dell’abbazia di Moggio, per passare poi all’Arcidiaconato della Carnia. Venne costituito in comune con un decreto napoleonico del 1807. Nel 1866 entrò a far parte del Regno d’Italia, nel mandamento di Gemona del Friuli. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’agosto 1944 duemila Cosacchi invasero Amaro e Tolmezzo, lasciando danni e violenze. Nel dopoguerra ci fu un certo sviluppo, tuttavia il sisma del 1976 praticamente rase al suolo il paese, che si trovava vicinissimo all’epicentro. Negli ultimi anni ad Amaro si è sviluppata un area industriale che accoglie diverse realtà produttive.
Tolmezzo
Tolmezzo è un vasto comune della Carnia le cui origini risalgono all’epoca del patriarca Gregorio di Montelongo, che nel 1258 concesse il permesso di fabbricare sopra quelle terre e costituì il mercato di “Tumez”. Costituita a comune nel 1278 dal patriarca Raimondo della Torre, e dopo essere stata fortificata diverse volte, nel 1356 il patriarca Nicola di Lussemburgo la dichiarò capitale della Carnia. Nel 1420 Tolmezzo e la Carnia passarono sotto Venezia conservando i loro privilegi. Per merito dell’imprenditore Jacopo Linussio, Tolmezzo assunse anche un’importanza industriale: nel 1725 questi impiantò un grande stabilimento tessile portato poi avanti dai successori che diede lavoro a moltissime persone e produsse pregevoli tessiture. Dopo la caduta di Venezia, anche Tolmezzo ebbe le due fasi di governo napoleonico. Nel 1815 ai francesi subentrarono gli austriaci. Nel 1866 venne ricongiunta all’Italia come tutto il Friuli Occidentale. Tolmezzo annovera tra i cittadini illustri, oltre al già citato Linussio, l’archeologo Giuseppe Marchi e lo storico Pio Paschini. Oggi Tolmezzo sia commercialmente (bestiame, prodotti agricoli, legnami) che industrialmente (cartiera, aziende alimentari e del legno) è il principale centro economico della Carnia.
Cavazzo Carnico
Cavazzo Carnico è un vasto comune della conca tolmezzina, bagnato dall’omonimo lago che tocca anche i comuni limitrofi di Trasaghis e Bordano. Era attraversato dalla strada romana che portava da Gemona a Julium Carnicum e ai passi alpini. La conca di Cavazzo e il lago sono dominati dall’antica Pieve di Cesclans, costruita sullo sperone dove sorgeva il “Castrum Cabatium” che dette il nome all’abitato e al lago. Non mancano gli indizi di un’attività preromana presso la “Grotta dei Pagani”, nei resti preistorici delle casupole in località Falchiar e nel ritrovamento in località Faeit di un’ascia bronzea; sono anche venute alla luce sepolture nei lavori di costruzione della torre civica (monumento ai caduti). L’alta rupe pare sia servita da anello alla catena di vedette militari romane che andava da Osoppo ai passi alpini, come testimoniano i reperti romani trovati qui.
Chiesa di Cesclans
La chiesa incastellata di Santo Stefano nella frazione di Cesclans a Cavazzo Carnico, eretta nei secoli IX-X sui resti di un avamposto romano a vedetta dell’antico tracciato stradale, si trova in un punto strategico che in tempi antichi era ideale per controllare il territorio circostante e fornire rifugio e difesa alla popolazione in caso di attacchi. Queste ed altre informazioni sulla chiesa sono state ricavate dagli scavi archeologici svoltisi in parallelo all’attività di ricostruzione in seguito al terremoto del ’76; riaperta finalmente al pubblico nel 2008, la pieve ha radunato i reperti rinvenuti durante gli scavi nel suggestivo “antiquarium” ricavato in degli spazi sotto al pavimento. La chiesa fa parte delle undici pievi antiche della Carnia ed è stata rimaneggiata tra i secoli XV e XVIII assumendo le forme attuali.
Lago dei Tre Comuni
Il lago dei Tre Comuni, così denominato in quanto bagna le sponde dei territori di Cavazzo Carnico, Trasaghis e Bordano, è considerato il più esteso dei laghi naturali della regione. Sulle sue rive sorge un ambiente che regala sereni paesaggi acquatici, incornicia suggestivamente quelli montani e ospita una ricca e variegata fauna da poter osservare: dalle molteplici postazioni create per il birdwatching o semplicemente tuffando l’occhio nelle acque. Qui infatti la fauna ittica è prospera da sempre; già i Patriarchi ordinavano di far arrivare alla propria tavola pesci di queste acque. Un’attività, quella della pesca, che si può tutt’ora praticare, assieme alle molte altre possibili attorno al lago. L’area è particolarmente dotata pure a livello antropico: vi sono diverse aree gioco e relax, servizi, ristoranti, campeggi, bed & breakfast, parchi giochi per i bimbi… Si segnalano inoltre le confortevoli aree picnic che costeggiano lo specchio d’acqua, e la presenza dal lato di Interneppo di un orto botanico in fase di costruzione. Per i più sportivi vi sono anche attrezzate piste ciclabili e c’è la possibilità di iscriversi ai corsi di vela organizzati da Nautilago.
Torrente Palar
Il torrente Palar, poco distante dalla frazione di Alesso di Trasaghis e dal lago dei Tre Comuni, con le sue acque limpide e cristalline rappresenta la scelta perfetta per trascorrere una giornata di relax e di refrigerio, in alternativa alle spiagge e al traffico delle località balneari. Il primo tratto è sicuramente quello più visitato e facile da raggiungere, dove le acque non sono molto profonde. Per chi cerca invece l’avventura, c’è l’opportunità di scegliere fra diverse pozze raggiungibili arrampicandosi fra i sassi e guadando il fiume nei punti più accessibili. Il livello dell’acqua varia molto a seconda dalle piogge, ma la presenza di tre cascate di altezze diverse lo rende balneabile per quasi tutto il periodo estivo, tra cui quella superiore è alta più di 10 metri e garantisce fantastici tuffi in una pozza smeraldina dove l’acqua normalmente non scende mai sotto i 5 metri. A fare da cornice a questo torrente, l’ambiente tipico delle Prealpi Carniche, con sassi e rocce bianche ed una vegetazione spontanea ricca di acacie, frassini, ornielli e salici.
Torrente Leale
Il torrente Leale, che nasce alle pendici del monte Cuar e Falet, risulta amabile sia per chi cerchi la freschezza dell’acqua pura, sia per chi voglia un’avventura fra le sue rapide, che per chi desideri invece godersi la bellezza del bosco: il suo corso è infatti divisibile in due parti, di cui la prima, quella superiore, è più impervia e pericolosa, mentre la seguente si dimostra più agevole. Se anche al fondovalle il Leale risulta percorribile solo a tratti, più ci si avvicina alla sua foce più si apre in numerose e accoglienti pozze: queste sono spesso contornate da spiaggette su cui si può prendere il sole. Lungo tutto il suo percorso, il torrente è ammantato da una rigogliosa vegetazione boschiva, la cui vista rinvigorisce lo spirito e schiarisce la mente: non mancano poi calette, tuffi e cascate per vivacizzare la situazione. Nella zona vi sono anche numerosi fenomeni carsici: tra gli altri, la grotta nominata la “risorgiva di Eolo”, e quella detta “risorgiva del Col del Sole”, che, nei periodi di forte pioggia, sviluppano delle spettacolari cascate.
Trasaghis
Trasaghis è un piccolo comune appena oltre il fiume Tagliamento la cui prima testimonianza storica è rappresentata da una chiesa risalente al 1235; nell’attuale frazione di Braulins sorgeva il castello di Bragolino, documentato sin dal 1254 e passato sotto diverse insegne, tra cui quella dei Trasbrug della Carinzia nel 1321 e quella del patriarca Bertrando nel 1336 che ne ordinò la distruzione. Nel 1797 con il trattato di Campoformido Trasaghis fu ceduto con tutto il Friuli Occidentale all’Impero austriaco. In epoca napoleonica fu comune autonomo e nel 1866 fu annesso al Regno d’Italia come parte del Mandamento di Gemona. A Braulins si trova anche, a ridosso di una rupe in prossimità dei resti del castello, la chiesetta di San Michele dei Pagani risalente al XIII secolo, danneggiata dal sisma del 1976 e ripristinata nel 1981.
A Trasaghis era presente una latteria sociale, mentre ad Alesso una turnaria. Lo sbocco lavorativo è rappresentato dalla migrazione, perlopiù stagionale. Essendo che il Tagliamento si attraversava ancora in barca all’altezza di Braulins e Peonis, verso il 1905 ebbe inizio la progettazione di un ponte, la cui costruzione fu avviata nel 1912 e ultimata nel 1916; nel 1917 venne fatto saltare per ritardare l’avanzata austriaca dopo Caporetto. Riparato nel 1919, venne nuovamente distrutto dai partigiani nel 1944 per proteggere la repubblica della Carnia e ricostruito nel dopoguerra. Trasaghis subì gravissimi danni durante il terremoto del 1976 che lesionò gran parte delle abitazioni e depauperò gravemente il patrimonio artistico. È uno dei tre comuni, assieme a Bordano e Cavazzo Carnico, ad essere bagnato dalle acque del lago.
Partenza
Arrivo
Direzioni da seguire
Nota
Mezzi pubblici
Raggiungibile con mezzi pubblici
È possibile arrivare a Gemona con il treno; la stazione ferroviaria è servita da Trenitalia, Micotra e dallo storico treno a vapore. I trail possono essere raggiunti grazie alle ciclabili cittadine. Tutti partono in prossimità del centro storico dove si trovano colonnine per la ricarica e riparazione delle biciclette, box e lavaggio sempre a disposizione dei ciclisti. Tutti i percorsi dedicati alla mtb partono dall'Associazione sportiva e ricreativa L’A.S.eR.Come arrivare
Gemona si trova in una posizione particolarmente fortunata anche per quanto riguarda le vie di comunicazione, infatti è possibile raggiungere la città in svariati modi tradizionali quali:
IN TRENO
Stazione FS di Gemona del Friuli
IN AUTO
Autostrada A23 casello Gemona/Osoppo - Strada statale Pontebbana
IN AEREO
Aereoporto di Trieste
IN BICICLETTA
Ciclabili Alpe Adria (FVG1) - Pedemontana (FVG3) - Tagliamento (FVG6)
A PIEDI
Attraverso il Cammino di San'Antonio
Attraverso il Parco Trail che collega la cittadina alla vicina Austria - Hermagor
IN KAJAK
Fiume Tagliamento per gli appassionati di kajak estremo
Dove parcheggiare
Piazza Garibaldi o piazza del Ferro - Gemona del FriuliCoordinate
Attrezzatura
Mtb, gravel o bici da trekking.Statistiche
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