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Ciclismo turistico Percorso consigliato

La strada di Bottecchia, i grifoni e le risorgive

Ciclismo turistico · Gemona del Friuli
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VisitGemona 
  • Fornace Copetti a Ospedaletto - Gemona del Friuli
    Fornace Copetti a Ospedaletto - Gemona del Friuli
    Foto: Luciano Baldassi, Community
m 250 200 150 100 60 50 40 30 20 10 km
Un itinerario alla scoperta di grifoni, laghi (Minisini, di Cornino e di Ragogna), zone umide e risorgive.
media
Lunghezza 63,7 km
5:20 h.
416 m
377 m
278 m
137 m
Percorso con pochissimo dislivello che dà il meglio se fatto con una bici da gravel  opure in relax con una bici da trekking. Il fondo è misto asfalto/sterrato da fare a tutta velocità o a ritmo turistico, magari programmando una tappa per vedere la riserva del lago di Cornino e una a San Daniele per degustare l'omonimo prosciutto. Il percorso si svolge in parte sui tracciati delle ciclovie FVG6 e FVG3.

Consiglio dell'autore

Fermatevi a San Daniele per degustare il prosciutto crudo che ha reso la cittadina famosa in tutto il mondo.

Dopo aver attraversato il ponte di Pinzano, è consigliata una breve deviazione al monte Muris a Ragogna per godere della vista spettacolare dal punto panoramico.

Difficoltà
media
Impegno fisico
Emozione
Paesaggio
Punto più alto
278 m
Punto più basso
137 m
Periodo consigliato
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic

Tipo di strada

Asfalto 19,57%Strada sterrata 13,12%Sentiero naturalistico 16,61%Sentiero 0,27%Strada 50,41%
Asfalto
12,5 km
Strada sterrata
8,4 km
Sentiero naturalistico
10,6 km
Sentiero
0,2 km
Strada
32,1 km
Mostra il profilo altimetrico

Consigli e raccomandazioni aggiuntive

Gemona del Friuli

Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.

Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.

Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della “Historia Langobardorum” tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.

Fornace di Ospedaletto

La Fornace Copetti ai piedi del monte Cjamparis era una fornace di calce costruita all’inizio degli anni ’50 grazie allo sviluppo dell’attività edilizia del dopoguerra e rimase in funzione fino alla metà degli anni ’60.

Ospedaletto

La frazione di Ospedaletto è la parte più a nord di Gemona e l’ultima a chiusura del confine comunale prima di Venzone. Qui  sono affiorati tratti della via Julia Augusta e altri tracciati romani inferiori, il duecentesco Ospitale di Santa Maria dei Colli (poi di Santo Spirito) e la trecentesca chiesetta di Ognissanti, dove il terremoto ha messo in luce i due strati di affreschi, risalenti tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento. Tra il 1106 e il 1203 venne costruita la rosta per la presa della Roggia a nord dell'odierno abitato di Ospedaletto. La costruzione di questa rosta costrinse il fiume Tagliamento a deviare il suo corso verso il monte Brancot, dando così origine all’attuale campagna di Gemona (le attuali dighe risalgono al periodo 1831-50). A Ospedaletto c’è il Mulino Cocconi, sede dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese che ospita un centro didattico-ambientale articolato in tre sezioni: il laboratorio didattico, il centro di documentazione sulle acque del Gemonese e il Museo dell’arte molitoria. Ad Ospedaletto sorge infine il cinquecentesco Palazzo Brollo.

Trasaghis

Trasaghis è un piccolo comune appena oltre il fiume Tagliamento la cui prima testimonianza storica è rappresentata da una chiesa risalente al 1235; nell’attuale frazione di Braulins sorgeva il castello di Bragolino, documentato sin dal 1254 e passato sotto diverse insegne, tra cui quella dei Trasbrug della Carinzia nel 1321 e quella del patriarca Bertrando nel 1336 che ne ordinò la distruzione. Nel 1797 con il trattato di Campoformido Trasaghis fu ceduto con tutto il Friuli Occidentale all’Impero austriaco. In epoca napoleonica fu comune autonomo e nel 1866 fu annesso al Regno d’Italia come parte del Mandamento di Gemona. A Braulins si trova anche, a ridosso di una rupe in prossimità dei resti del castello, la chiesetta di San Michele dei Pagani risalente al XIII secolo, danneggiata dal sisma del 1976 e ripristinata nel 1981.

A Trasaghis era presente una latteria sociale, mentre ad Alesso una turnaria. Lo sbocco lavorativo è rappresentato dalla migrazione, perlopiù stagionale. Essendo che il Tagliamento si attraversava ancora in barca all’altezza di Braulins e Peonis, verso il 1905 ebbe inizio la progettazione di un ponte, la cui costruzione fu avviata nel 1912 e ultimata nel 1916; nel 1917 venne fatto saltare per ritardare l’avanzata austriaca dopo Caporetto. Riparato nel 1919, venne nuovamente distrutto dai partigiani nel 1944 per proteggere la repubblica della Carnia e ricostruito nel dopoguerra. Trasaghis subì gravissimi danni durante il terremoto del 1976 che lesionò gran parte delle abitazioni e depauperò gravemente il patrimonio artistico. È uno dei tre comuni, assieme a Bordano e Cavazzo Carnico, ad essere bagnato dalle acque del lago.

Lago di Cornino

Il lago di Cornino è un piccolo specchio d’acqua che ha avuto origine durante il ritiro dei ghiacci avvenuto circa 10mila anni fa. In tale periodo numerose ed imponenti frane si verificarono lungo i fianchi delle valli, fino a quel momento lisciate dall’azione del ghiacciaio. L’attuale morfologia è il frutto di una di queste frane con un cordone più esterno che racchiude una depressione a monte. Il fondo di questa depressione è più basso di quasi una decina di metri rispetto al greto del Tagliamento, e le acque della falda freatica della Piana di Osoppo vi si riversano attraversando i sedimenti permeabili dell’antica frana, alimentando il lago tramite un sistema di circolazione carsica e grazie a polle subacquee. Sul bordo del lago si sviluppa una limitata fascia di vegetazione acquatica, mentre elementi di maggior interesse riguardano la flora algale. La fauna ittica è immessa artificialmente, principalmente salmonidi e ciprinidi, e si registra la presenza del gambero di fiume. È di tradizione ormai radicata nella comunità locale di Cornino la rappresentazione subacquea della natività in occasione della notte del 24 dicembre, con la realizzazione di un presepio sul fondo del lago ad opera dei club di subacquei. Il lago è parte della omonima riserva naturale regionale che è responsabile di un progetto di recupero e reintroduzione in queste zone del grifone, di cui alcuni esemplari vivono nella voliera del centro visite nei pressi del lago. Tra le altre specie presenti nell’area della riserva ci sono la vipera dal corno, il biacco e la salamandra pezzata; è molto diffuso il leccio.

Pinzano al Tagliamento

Il comune di Pinzano al Tagliamento è posto alla destra orografica del Tagliamento, nel punto in cui il vasto fiume restringe il suo alveo e scorre più tranquillo attraverso la pianura friulana. Il territorio comunale è impreziosito da splendidi tesori d’arte, come le chiese parrocchiali di Pinzano e Valeriano e la chiesetta di Santa Maria dei Battuti di Valeriano, e importanti testimonianze del passato: il restaurato mulino di Ampiano risalente al XV secolo e il mausoleo tedesco ottocentesco sul Tagliamento. Notevole per la storia delle costruzioni ed anche per la cornice in cui è inserito è il ponte sul Tagliamento, fatto saltare nel corso della Grande Guerra dagli italiani in ritirata dopo la disfatta di Caporetto e ricostruito successivamente. Fortemente lesionato dall’alluvione del 1966, è stato demolito per essere nuovamente ricostruito ad arcata unica. Dal punto di vista paesaggistico ed ambientale sono da segnalare le cascate del torrente Pontaiba presso Manazzons ed il bosco di Valeriano. Incantevoli sono anche le viste sul Tagliamento e sulla pianura che si godono dalla sommità del castello in rovina quasi millenario e dal colle del mausoleo germanico.

Ragogna e il lago

In mezzo alle colline moreniche sorge Ragogna, un piccolo comune vicino a San Daniele sul confine con la provincia di Pordenone. Qui c’era un castello a guardia della via Julia Augusta ricordato anche da Paolo Diacono nel 611, sede del duca longobardo Ansfrido di Reunia, che usurpò il ducato del Friuli nel 693. Restaurato di recente, il complesso castellano è visitabile assieme alla chiesa di San Pietro, risalente al 1920 eretta in stile neogotico. Lungo i sentieri che, dal castello, portano alla cima del monte si aprono panorami mozzafiato sul fiume Tagliamento e si possono ammirare la ricchezza di essenze arboree e le opere difensive risalenti alla Prima guerra mondiale. In città sono presenti il museo civico, in cui sono esposti reperti archeologici e fossili, e il museo della Grande Guerra, con un percorso didattico che ripercorre gli eventi bellici occorsi nel territorio tra Ragogna, San Daniele e Forgaria.

Il lago di Ragogna, di origine glaciale, è l’ultimo bacino intermorenico della regione, nonché uno dei pochi in cui vegeta ancora la “castagna d’acqua”. Circondato da boschetti ripariali, è un luogo ideale per il birdwatching e la pesca. Attorno al lago ci si può fermare in un’area attrezzata per piacevoli soste ristoratrici. Nelle vicinanze, percorrendo brevemente una carrareccia, sorgono i resti di un vecchio cimitero ebraico.

San Daniele del Friuli

Appollaiata sulla sommità di una collina, San Daniele del Friuli conserva intatto il fascino del tipico borgo medioevale, arricchito successivamente da interventi architettonici che l’hanno dotata di importanti palazzi, chiese e pregevoli opere d’arte. Il nome deriverebbe dalla chiesa in cima al colle dedicata al profeta Daniele, eretta dal duca Rodoaldo nel 927, attorno alla quale si costruirono abitazioni e in seguito il castello, devastato e parzialmente incendiato nel 1511 durante la rivolta popolare della “Joibe grasse” (giovedì grasso) e nello stesso anno danneggiato da un disastroso terremoto. La piazza principale è un piccolo salotto racchiuso tra il palazzo comunale, dove si trova la più antica biblioteca del Friuli – la biblioteca Guarneriana –, il duomo con opere del Tiepolo e dell’Amalteo, il settecentesco Palazzo del Monte di Pietà e la chiesa di Sant’Antonio Abate che conserva il principale ciclo di affreschi rinascimentali in Friuli. Attorno alla piazza si diramano altri angoli di storia: la chiesa di Santa Maria Assunta “della Fratta” con affreschi del Quattrocento, e le ville patrizie come palazzo Masetti, Ticozzi, Florio e Caporiacco. Una passeggiata lungo i sentieri del parco del castello permette di godere di suggestive viste panoramiche e piacevoli momenti immersi nel verde. La cittadina è conosciuta per il rinomato prosciutto reso unico dal particolare microclima fresco e ventilato. Al prosciutto è dedicata l’annuale “Aria di Festa” che richiama turisti da tutto il mondo. A San Daniele è presente il Museo del territorio, ospitato nel seicentesco chiostro del convento dei frati Domenicani, e la Sala espositiva dei cimeli storici militari presso la Casa del 1300, un tempo sede del banco dei pegni. Nella frazione di Cimano si trova il Biotopo dell’acqua caduta, dove sgorga l’unica cascata ancora attiva nell’area dell’anfiteatro morenico del Tagliamento.

Majano

La prima notizia storica del territorio del comune di Majano risale al 781. Il luogo maggiormente ricco di memorie storiche è, nella frazione di San Tomaso, la romanica chiesetta dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, la cui costruzione pare risalire ai primi anni di vita dell'ospedale (fondato nel 1199) cui era annessa. Nella chiesetta di San Giorgio, sempre a San Tomaso, dopo il terremoto sono stati riportati alla luce affreschi del XIV secolo. Inoltre, in località San Salvatore è stata scoperta una necropoli longobarda costituita da ben 83 tombe corredate di oggetti di un certo valore storico e artistico. Nella frazione di Susans sorge lo storico castello seicentesco che ricorda nella tipologia i castelli medioevali toscani a pianta rettangolare con tozzi quadrati angolari, l’unico di questo tipo in Friuli. La Chiesa parrocchiale, costruita tra il 1768 ed il 1780, è stata abbattuta con l'adiacente campanile e sostituita con un modernissimo edificio che conserva due altari precedentemente ospitati nella parrocchiale e due pale settecentesche.

A Majano hanno sede due importanti aziende di fama internazionale: la Snaidero che produce mobili e cucine dal 1946 e il colorificio Farbe attivo dal 1965. Ogni estate dal 1960 in città si tiene un festival enogastronomico e musicale che raduna turisti locali e internazionali.

Sorgive di Bars

Le sorgive occupano la zona occidentale del Campo di Osoppo-Gemona. L’ambiente circostante presenta specie vegetali e faunistiche dalle caratteristiche molto diverse, la cui biodiversità pertanto lo rende unico.

Osoppo e il forte

Dominata dai profili delle Prealpi Carniche e Giulie, a nord dell’anfiteatro morenico sulla riva sinistra del fiume Tagliamento sorge Osoppo, menzionata per la prima volta in “Vita di san Martino” di Venanzio Fortunato e in seguito nella “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono.

Il forte di Osoppo, dichiarato monumento nazionale nel 1923, è una testimonianza storica plurisecolare. Inizialmente un antico insediamento celtico, poi oppidum (piazzaforte) romana, dopo il 1420 divenne punto nevralgico della difesa dello “stato di terra” della Serenissima. Fu strenuamente difesa contro gli imperiali da Gerolamo Savorgnan nel 1514. Occupato poi dai francesi nel 1797 e nel 1848, ha assunto importanza anche durante il primo conflitto mondiale poiché inserito nel sistema difensivo dell’Alto Tagliamento-val Fella. Ancora oggi si possono distinguere i differenti sistemi difensivi sotto forma di edifici ed infrastrutture.

Dal 2014 il comune di Osoppo è noto come il “Paese delle orchidee”, poiché qui crescono e sono state censite circa 30 specie diverse di orchidee spontanee in siti facilmente accessibili. Durante il periodo di fioritura, da aprile a giugno, questi siti possono essere visitati anche con il supporto di guide botaniche, lungo tre percorsi naturalistici dedicati che partono dal colle di san Rocco, con segnaletica e pannelli esplicativi. Sul colle sorge l’omonima chiesetta risalente al XIII secolo, dove si trovano gli affreschi del Fabris e i resti di un antico romitorio. Oltre alle orchidee, a livello naturalistico nel territorio di Osoppo si ricordano: le sorgive di Bars nella zona occidentale, un’area umida di limpide acque sorgive; il bosco di Osoppo, ricco di varie specie faunistiche e collegato al centro abitato da una buona rete sentieristica; il parco del Rivellino, in cui si possono fare molte attività sportive (trekking, mountain-bike, equitazione, pesca sportiva, volo a vela).

Partenza

Piazza Garibaldi - Gemona del Friuli (267 m)
Coordinate:
DD
46.280330, 13.136955
DMS
46°16'49.2"N 13°08'13.0"E
UTM
33T 356471 5126881
w3w 
///speri.spalare.leggila
Mostra sulla mappa

Arrivo

Piazza Garibaldi - Gemona del Friuli

Direzioni da seguire

Si parte dal centro di Gemona del Friuli e a livello di Ospedaletto si attraversa la SS13 e si prende via delle Roste fino al ponte sul Tagliamento a Braulins. Arrivati a Trasaghis si percorre la "strada di Bottecchia" fino a Cornino. Da qui si arriva a Pinzano e attraversando di nuovo il Tagliamento ci si dirige verso Ragogna e San Daniele del Friuli. Il rientro a Gemona avviene per strade a basso traffico passando per i comuni di Majano e Osoppo.

Nota


Vedi tutte le segnalazioni sulle aree protette

Mezzi pubblici

Raggiungibile con mezzi pubblici

È possibile arrivare a Gemona con il treno; la stazione ferroviaria è servita da Trenitalia, Micotra e dallo storico treno a vapore. I trail possono essere raggiunti grazie alle ciclabili cittadine. Tutti partono in prossimità del centro storico dove si trovano colonnine per la ricarica e riparazione delle biciclette, box e lavaggio sempre a disposizione dei ciclisti. Tutti i percorsi dedicati alla mtb partono dall'Associazione sportiva e ricreativa L’A.S.eR.

Come arrivare

Gemona si trova in una posizione particolarmente fortunata anche per quanto riguarda le vie di comunicazione, infatti è possibile raggiungere la città in svariati modi tradizionali quali:

IN TRENO

Stazione FS di Gemona del Friuli

IN AUTO

Autostrada A23 casello Gemona/Osoppo - Strada statale Pontebbana

IN AEREO

Aereoporto di Trieste

IN BICICLETTA

Ciclabili Alpe Adria (FVG1) - Pedemontana (FVG3) - Tagliamento (FVG6)

A PIEDI

Attraverso il Cammino di San'Antonio

Attraverso il Parco Trail che collega la cittadina alla vicina Austria - Hermagor

IN KAJAK

Fiume Tagliamento per gli appassionati di kajak estremo

Dove parcheggiare

Piazza Garibaldi o piazza del Ferro - Gemona del Friuli

Coordinate

DD
46.280330, 13.136955
DMS
46°16'49.2"N 13°08'13.0"E
UTM
33T 356471 5126881
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Come arrivare in treno, in auto, a piedi o in bici.

Attrezzatura

Mtb, gravel o bici da trekking.

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Difficoltà
media
Lunghezza
63,7 km
Durata
5:20 h.
Salita
416 m
Discesa
377 m
Punto più alto
278 m
Punto più basso
137 m
Raggiungibile con mezzi pubblici Percorso ad anello Panoramico Punti di ristoro lungo il percorso Rilevanza culturale/storica Interesse geologico Itinerario a tappe Flora Fauna Percorso consigliato

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