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Giro Mab Unesco nel Gemonese

Ciclismo turistico · Gemona del Friuli
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VisitGemona 
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m 240 220 200 180 160 30 25 20 15 10 5 km
Un percorso semplice e adatto a tutti per scoprire le ciclovie FVG1 Alpe Adria, FVG 3 Pedemontana, FVG6 del Tagliamento e l'inedita FVG10 ciclovia del Friuli oltre ai collegamenti interni che permettono di muoversi in bicicletta tra i nostri comuni.
facile
Lunghezza 30,2 km
2:25 h.
154 m
139 m
241 m
170 m

Le amministrazioni di Gemona del Friuli e Artegna vi propongono questo percorso che vi farà scoprire l'hub ciclabile del gemonese composto dalle prinipali direttrici regionali (FVG1, 3, 6 e 10) collegato tra di loro da una rete di ciclabili e strade a basso traffico. Un percorso alla scoperta del MAB Unesco Alpi Giulie Italiane, dove uomo e natura trovano il perfetto equilibrio nell'armonia dell'esistere, in un profondo legame tra passato e presente.

Il percorso si svolge su facili strade sterrate, ciclabili su sede propria e strade a basso traffico, adatto a tutti i tipi di bicicletta. Non annovera pendenze particolarmente importanti a parte una cinquantina di metri per salire al castello di Artegna.

Consiglio dell'autore

Telefono carico o macchina fotografica al seguito, ci sono tantissimi spunti per bellissime fotografie.
Difficoltà
facile
Impegno fisico
Emozione
Paesaggio
Punto più alto
241 m
Punto più basso
170 m
Periodo consigliato
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic

Tipo di strada

Asfalto 28,52%Strada sterrata 14,20%Sentiero naturalistico 51,57%Sentiero 0,03%Strada 5,66%
Asfalto
8,6 km
Strada sterrata
4,3 km
Sentiero naturalistico
15,6 km
Sentiero
0 km
Strada
1,7 km
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Consigli e raccomandazioni aggiuntive

Gemona del Friuli

Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.

Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.

Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della Historia Langobardorum tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.

Fiume Tagliamento

Il Tagliamento è il “Re dei fiumi alpini”, il più importante del Friuli, che attraversa tutta la regione per 178 km. Non ci si sorprende che, con queste dimensioni, nel corso dei secoli abbia costituito il principale asse di comunicazione fra il cuore delle Alpi e l’alto Adriatico. È tra i pochissimi fiumi in Europa a non aver subito opere di modifica con sbarramenti o deviazioni artificiali del suo corso che l’abbiano alterato in modo sostanziale, e conserva quasi intatto il suo assetto morfologico originario “a canali intrecciati”: è ricordato anche come l’ultimo fiume europeo a carattere torrentizio, ed è proprio questo aspetto che lo rende davvero spettacolare e imperdibile da fotografare, con scatti di paesaggio che rubano l’occhio. Dopo ogni piena il Tagliamento è solito rinnovare i suoi rami, i quali poi si intersecano definendo nuovi e tortuosi meandri nei depositi ghiaiosi e tra le sabbie alluvionali: il suo tratto più integro e più suggestivo dal punto di vista paesaggistico si individua sul medio corso, dove la vita trova modo di sbizzarrirsi in molteplici forme. Nelle anse del fiume nidificano numerose specie protette di volatili, e ai suoi margini si sono accasati salici, ontani, olivelli spinosi, ginepri e ornielli a formare le tipiche boscaglie riparali.

Opere di presa sul Tagliamento

La presa sul Tagliamento convoglia principalmente l’acqua del fiume nel canale Ledra-Tagliamento che garantisce l’irrigazione di una porzione importante dell’Alta pianura friulana. Il secondo canale in cui le acque vengono incanalate è invece la Roggia Plovia. Quando il Tagliamento è in piena, il corso dell’acqua a livello delle opere regala uno spettacolo impressionante.

Osoppo e il forte

Dominata dai profili delle Prealpi Carniche e Giulie, a nord dell’anfiteatro morenico sulla riva sinistra del fiume Tagliamento sorge Osoppo, menzionata per la prima volta in “Vita di san Martino” di Venanzio Fortunato e in seguito nella “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono.

Il forte di Osoppo, dichiarato monumento nazionale nel 1923, è una testimonianza storica plurisecolare. Inizialmente un antico insediamento celtico, poi oppidum (piazzaforte) romana, dopo il 1420 divenne punto nevralgico della difesa dello “stato di terra” della Serenissima. Fu strenuamente difesa contro gli imperiali da Gerolamo Savorgnan nel 1514. Occupato poi dai francesi nel 1797 e nel 1848, ha assunto importanza anche durante il primo conflitto mondiale poiché inserito nel sistema difensivo dell’Alto Tagliamento-val Fella. Ancora oggi si possono distinguere i differenti sistemi difensivi sotto forma di edifici ed infrastrutture.

Dal 2014 il comune di Osoppo è noto come il “Paese delle orchidee”, poiché qui crescono e sono state censite circa 30 specie diverse di orchidee spontanee in siti facilmente accessibili. Durante il periodo di fioritura, da aprile a giugno, questi siti possono essere visitati anche con il supporto di guide botaniche, lungo tre percorsi naturalistici dedicati che partono dal colle di san Rocco, con segnaletica e pannelli esplicativi. Sul colle sorge l’omonima chiesetta risalente al XIII secolo, dove si trovano gli affreschi del Fabris e i resti di un antico romitorio. Oltre alle orchidee, a livello naturalistico nel territorio di Osoppo si ricordano: le sorgive di Bars nella zona occidentale, un’area umida di limpide acque sorgive; il bosco di Osoppo, ricco di varie specie faunistiche e collegato al centro abitato da una buona rete sentieristica; il parco del Rivellino, in cui si possono fare molte attività sportive (trekking, mountain-bike, equitazione, pesca sportiva, volo a vela).

Fiume Ledra

l fiume Ledra nasce da risorgive situate nei pressi dell’abitato di Godo a Gemona del Friuli. Durante il suo corso vi confluiscono anche le acque della Roggia di Gemona e il fiume lentamente scorre verso sud per una lunghezza totale di 45 km. Il fiume Ledra lambisce piccoli paesini e borghi raccontando la storia di questi luoghi attraverso mulini, lavatoi e diverse opere di irrigazione. Ombreggiato da salici, pioppi, ontani e olmi, è molto amato dai pescatori per la presenza di trote marmorate, trote fario e temoli pinna blu. Le risorgive sono emersioni piuttosto cospicue, e a breve distanza dalle opere di presa del Consorzio Acquedotto Friuli Centrale è possibile osservare una di queste polle: l’acqua vi sgorga con portata pressoché costante, originando un rio che scorre limpido e sinuoso. All’altezza del ponte che supera il fiume Ledra si ergono i resti della vecchia centrale elettrica arteniese, realizzata nel 1911 con un efficace sistema di derivazioni e canali che alimentavano l’impianto.

Artegna

La prima cosa che si nota arrivando ad Artegna è il castello che svetta sul colle di San Martino. Dal 1389 al 1797 residenza dei nobili Savorgnan della Bandiera, in origine fu castrum romano per la sua posizione strategica e successivamente occupato in età gota e longobarda. Accanto al castello sorge la duecentesca chiesetta di San Martino, che conserva gli affreschi risalenti alla prima metà del XVI secolo realizzati dall’artista friulano di origini bavaresi Gian Paolo Thanner, e il campanile eretto nel ‘600. Il colle mostra ancora evidenti impronte di fossili risalenti a 50 milioni di anni fa. È inoltre presente l'ottocentesca chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, mentre alle pendici del monte Faeit si trova l’antica chiesa di Santo Stefano in Clama, che conserva frammenti di affreschi dell’XI secolo e alcune pietre decorate di età longobarda o carolingia.

L’area si sviluppa in particolare lungo le propaggini meridionali del monte Cuarnan e lungo quelle occidentali del monte Faeit. Le origini di Artegna si ritrovano in età preistorica e ospitò un insediamento celtico. Ad Artegna sono note le risorgive (tulins), nell’area conosciuta come i palus, ubicata essenzialmente nella parte sud-occidentale della pianura alluvionale del territorio comunale. Nel processo di ricostruzione successivo al sisma del 1976, Artegna ha saputo recuperare i tratti armoniosi del suo paesaggio, ricco di prati, boschi e corsi d’acqua, a testimoniare l’uso antico di mulini, segherie o semplici lavatoi pubblici (lavios), ridando vita anche alle architetture rurali nei borghi che circondano il centro e in particolare agli edifici sul colle. È anche famosa per la perizia dei suoi norcini, che ogni anno a fine novembre si ritrovano in festa.

Torrente Orvenco

Il torrente Orvenco nasce da alcune sorgenti sul versante meridionale del Monte Cuarnan e scorre dando vita a rapide, pozze smeraldine e cascate, in particolare le spettacolari cascate del Tulin e la Turbine. Lungo il percorso del torrente furono realizzate in passato diverse opere di presa delle quali è ancora possibile vedere i ruderi e le tracce. Un’escursione tra i boschi e le cascate lungo il torrente diventa un’immersione nella natura e moltissimi sono anche gli spunti storici, paesaggistici, architettonici legati alle tradizioni del territorio, tutte da scoprire. Su una rupe che domina la forra dell’Orvenco si ergeva il Castello di Ravistagno, costruito nel Duecento dai Rabenstein, nobili di origine tedesca, poi passato ai conti di Prampero. Dopo un paio di secoli rimasero solo le mura, che i terremoti contribuirono a far crollare. Attualmente sono in corso interventi di recupero e restauro al fine di valorizzare il sito da un punto di vista storico e archeologico ed esaltare le peculiarità del contesto ambientale circostante. L’Orvenco, che con i suoi sedimenti ha contribuito alla formazione della piana, in superficie scorre solo occasionalmente, a causa delle numerose perdite in subalveo. Il fiume è tributario del Ledra, accanto al quale scorre per parte del proprio percorso.

Fontana di Silans

Conosciuta fin dall’epoca romana come punto di ristoro e sosta lungo la via Concordia che si congiungeva con la via Julia Augusta, la fontana di Silans (ad Silanos) è menzionata nella Tabula Peutingeriana (intorno al IV sec.) conservata a Vienna. È un luogo molto amato dai gemonesi per dissetarsi alla sua fresca fonte all’ombra degli alberi.

Partenza

Santuario di Sant'Antonio - Gemona del Friuli (235 m)
Coordinate:
DD
46.277750, 13.135624
DMS
46°16'39.9"N 13°08'08.2"E
UTM
33T 356362 5126597
w3w 
///ceduto.serali.fattore
Mostra sulla mappa

Arrivo

Santuario di Sant'Antonio - Gemona del Friuli

Direzioni da seguire

Si parte dal Santuario di Sant'Antonio a Gemona del Friuli e ci si dirige, in discesa, verso la ciclabile di via Sacra che in brevissimo tempo porta a imboccare le ciclovie FVG1/FVG6. In direzione nord si seguono per alcune centinaia di metri le direttrici per poi abbandonarle e dirigersi verso via delle Roste che costeggia il fiume Tagliamento; in questo tragitto sulla destra c'è l'area di sosta del monte Brancot, un angolo di riposo a disposizione dei visitatori e dei turisti di passaggio. Poco prima di arrivare in località Pineta, alla nostra destra si vedono le antiche chiuse del Tagliamento e il ponte di Braulins: si percorre qualche km sul sedime delle ciclabili FVG1, 3 e 10 in direzione Osoppo. Arrivati in paese si prosegue in direzione delle sorgive di Bars e si passa in prossimità della chiesetta di San Rocco, purtroppo non ci sarà il tempo di fare tappa ma se ci si trova a passare da quelle parti una visita al colle è caldamente consigliata, vista anche la presenza di orchidee selvatiche. A questo punto ci si lascia Osoppo alle spalle e ci si dirige verso la centrale CAFC di Molino del Bosso; poco oltre si passa davanti alla vecchia centrale elettrica "arteniese" nei pressi del fiume Ledra dove cresce una favolosa vegetazione lacustre. Da qui seguendo il sentiero delle acque ci si dirige verso Artegna e si percorre la nuovissima ciclabile che in un attimo porta sul colle del castello Savorgnan. Il rientro avverà grazie ad un'altra ciclabile interna di Artegna che attraversa il guado dell'Orvenco; da qui seguendo il tracciato delle FVG3 ci si dirige verso la fontana di Silans e infine di nuovo al Santuario di Sant'Antonio.

Nota


Vedi tutte le segnalazioni sulle aree protette

Mezzi pubblici

Raggiungibile con mezzi pubblici

È possibile arrivare a Gemona con il treno; la stazione ferroviaria è servita da Trenitalia, Micotra e dallo storico treno a vapore. I trail possono essere raggiunti grazie alle ciclabili cittadine. Tutti partono in prossimità del centro storico dove si trovano colonnine per la ricarica e riparazione delle biciclette, box e lavaggio sempre a disposizione dei ciclisti. Tutti i percorsi dedicati alla mtb partono dall'Associazione sportiva e ricreativa L’A.S.eR.

Come arrivare

Gemona si trova in una posizione particolarmente fortunata anche per quanto riguarda le vie di comunicazione, infatti è possibile raggiungere la città in svariati modi tradizionali quali:

IN TRENO

Stazione FS di Gemona del Friuli

IN AUTO

Autostrada A23 casello Gemona/Osoppo - Strada statale Pontebbana

IN AEREO

Aereoporto di Trieste

IN BICICLETTA

Ciclabili Alpe Adria (FVG1) - Pedemontana (FVG3) - Tagliamento (FVG6)

A PIEDI

Attraverso il Cammino di San'Antonio

Attraverso il Parco Trail che collega la cittadina alla vicina Austria - Hermagor

IN KAJAK

Fiume Tagliamento per gli appassionati di kajak estremo

Dove parcheggiare

Santuario di Sant'Antonio - Gemona del Friuli

Coordinate: 46.27752341010777, 13.13600059810949

Coordinate

DD
46.277750, 13.135624
DMS
46°16'39.9"N 13°08'08.2"E
UTM
33T 356362 5126597
w3w 
///ceduto.serali.fattore
Mostra sulla mappa
Come arrivare in treno, in auto, a piedi o in bici.

Attrezzatura

Mtb, gravel e bici da turismio

 

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Difficoltà
facile
Lunghezza
30,2 km
Durata
2:25 h.
Salita
154 m
Discesa
139 m
Punto più alto
241 m
Punto più basso
170 m
Raggiungibile con mezzi pubblici Percorso ad anello Panoramico Punti di ristoro lungo il percorso Adatto a famiglie e bambini Rilevanza culturale/storica Interesse geologico Flora Fauna

Statistiche

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