Alla scoperta di Gemona e Artegna passando per i loro castelli

Tipo di strada
Indicazioni sulla sicurezza
Fattibile con qualsiasi bici, da menzionare le salite al castello di Savorgnan e al Lavatoio del Glemine che sono particolarmente ripide, quest'ultima presenta anche un fondo non addatto alle bici da corsa, carrelli o biciclette con borse.Consigli e raccomandazioni aggiuntive
Gemona del Friuli
Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.
Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.
Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della Historia Langobardorum tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.
Artegna
La prima cosa che si nota arrivando ad Artegna è il castello che svetta sul colle di San Martino. Dal 1389 al 1797 residenza dei nobili Savorgnan della Bandiera, in origine fu castrum romano per la sua posizione strategica e successivamente occupato in età gota e longobarda. Accanto al castello sorge la duecentesca chiesetta di San Martino, che conserva gli affreschi risalenti alla prima metà del XVI secolo realizzati dall’artista friulano di origini bavaresi Gian Paolo Thanner, e il campanile eretto nel ‘600. Il colle mostra ancora evidenti impronte di fossili risalenti a 50 milioni di anni fa. È inoltre presente l'ottocentesca chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, mentre alle pendici del monte Faeit si trova l’antica chiesa di Santo Stefano in Clama, che conserva frammenti di affreschi dell’XI secolo e alcune pietre decorate di età longobarda o carolingia.
L’area si sviluppa in particolare lungo le propaggini meridionali del monte Cuarnan e lungo quelle occidentali del monte Faeit. Le origini di Artegna si ritrovano in età preistorica e ospitò un insediamento celtico. Ad Artegna sono note le risorgive (tulins), nell’area conosciuta come i palus, ubicata essenzialmente nella parte sud-occidentale della pianura alluvionale del territorio comunale. Nel processo di ricostruzione successivo al sisma del 1976, Artegna ha saputo recuperare i tratti armoniosi del suo paesaggio, ricco di prati, boschi e corsi d’acqua, a testimoniare l’uso antico di mulini, segherie o semplici lavatoi pubblici (lavios), ridando vita anche alle architetture rurali nei borghi che circondano il centro e in particolare agli edifici sul colle. È anche famosa per la perizia dei suoi norcini, che ogni anno a fine novembre si ritrovano in festa.
Fontana di Silans
Conosciuta fin dall’epoca romana come punto di ristoro e sosta lungo la via Concordia che si congiungeva con la via Julia Augusta, la fontana di Silans (ad Silanos) è menzionata nella Tabula Peutingeriana (intorno al IV sec.) conservata a Vienna. È un luogo molto amato dai gemonesi per dissetarsi alla sua fresca fonte all’ombra degli alberi.
Lavatoio del Glemine
Il lavatoio (lavadôr), costruito verso la metà del 1500 ad arcate e con la caratteristica copertura a lastroni di pietra, viene alimentato dalla sorgente perenne del monte Glemina. Recentemente restaurato, è l’unico lavatoio pubblico di Gemona. Una passeggiata porta dalla fontana di Silans verso il centro storico passando davanti a questa interessante struttura.
Partenza
Arrivo
Direzioni da seguire
Nota
Mezzi pubblici
Raggiungibile con mezzi pubblici
È possibile arrivare a Gemona con il treno; la stazione ferroviaria è servita da Trenitalia, Micotra e dallo storico treno a vapore. I trail possono essere raggiunti grazie alle ciclabili cittadine. Tutti partono in prossimità del centro storico dove si trovano colonnine per la ricarica e riparazione delle biciclette, box e lavaggio sempre a disposizione dei ciclisti. Tutti i percorsi dedicati alla mtb partono dall'Associazione sportiva e ricreativa L’A.S.eR.Come arrivare
Gemona si trova in una posizione particolarmente fortunata anche per quanto riguarda le vie di comunicazione, infatti è possibile raggiungere la città in svariati modi tradizionali quali:
IN TRENO
Stazione FS di Gemona del Friuli
IN AUTO
Autostrada A23 casello Gemona/Osoppo - Strada statale Pontebbana
IN AEREO
Aereoporto di Trieste
IN BICICLETTA
Ciclabili Alpe Adria (FVG1) - Pedemontana (FVG3) - Tagliamento (FVG6)
A PIEDI
Attraverso il Cammino di San'Antonio
Attraverso il Parco Trail che collega la cittadina alla vicina Austria - Hermagor
IN KAJAK
Fiume Tagliamento per gli appassionati di kajak estremo
Dove parcheggiare
Piazza Garibaldi o piazza del Ferro - Gemona del FriuliCoordinate
Attrezzatura
Quasiasi tipo di biciclettaStatistiche
- Waypoint
- Waypoint
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